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Protesi di ginocchio

Protesi di ginocchio

Grazie al progresso medico e tecnologico, l’impianto di protesi di ginocchio è un intervento sempre più sicuro e diffuso: con l’allungarsi dell’aspettativa di vita un numero sempre maggiore di persone vi ricorrono per eliminare il dolore e riprendere le normali attività motorie. 

Questo tipo di intervento rappresenta la soluzione definitiva quando il ginocchio risulta essere irrimediabilmente danneggiato a causa di una grave artrosi di ginocchio (gonartrosi) o di altre patologie a carico dell’articolazione, che spesso impediscono anche le più semplici attività quotidiane come camminare o salire le scale.

L’eleggibilità di un paziente all’impianto di protesi di ginocchio viene, pertanto, valutata quando i trattamenti non chirurgici non risultano più efficaci e solo successivamente un’accurata visita specialistica.

Visita specialistica

Innanzitutto, una attenta valutazione clinica da parte dello specialista rappresenta il primo fondamentale step per la scelta dell’esame strumentale più idoneo a confermare o chiarire ogni dubbio diagnostico.

Alcune patologie specifiche (come artrite settica o reumatoide, gotta etc) richiedono esami di laboratorio; mentre nei casi di lesioni traumatiche o gonartrosi è raccomandabile ricorrere a test di imaging, come:

  • radiografie;
  • ecografie;
  • risonanza magnetica;
  • tomografia computerizzata (TAC).

Pertanto, prima dell’indicazione chirurgica è fondamentale valutare nell’insieme:

  • i risultati diagnostici;
  • lo stato di salute generale del paziente;
  • l’effettiva funzionalità dell’articolazione (ad esempio se ci sono deficit dell’estensione o della flessione del ginocchio, oltre che importanti deviazioni dell’asse in varo o in valgo).

Quando è necessario operare

La strada maggiormente consigliabile da percorrere prima dell’intervento chirurgico è quella di sottoporsi a terapie conservative, che nella maggior parte dei casi permettono di rallentare il decorso della malattia e di controllare il dolore nei primi stadi della gonartrosi e in degenerazioni di media entità. 

Tra le principali terapie conservative, c’è da ricordare:

  • Sedute di fisioterapia
  • Infiltrazioni con acido ialuronico
  • Infiltrazioni con PRP o Lipogems

Nelle fasi più avanzate, quando il paziente non risponde più alle terapie conservative, l’impianto di una protesi di ginocchio risulta essere l’intervento medico con più alte probabilità di successo di ripristinare la funzionalità dell’articolazione.

È bene sottolineare, tuttavia, che il successo dell’operazione chirurgica dipende anche dalla riabilitazione post-operatoria, che comporta da parte del paziente un costante svolgimento degli esercizi fisioterapici prescritti e il rispetto dei follow-up richiesti per monitorare lo stato di recupero.

L’intervento di protesi di ginocchio

L’impianto di protesi di ginocchio potrebbe essere più accuratamente definito come un “rivestimento” parziale o completo dell’articolazione, in quanto la protesi di metallo andrà a ricoprire sia la superficie articolare della tibia che quella del femore (e a discrezione del chirurgo anche della rotula) per ripristinare l’allineamento e la funzione del ginocchio.

Il paziente viene generalmente ricoverato il giorno prima o lo stesso giorno dell’intervento dopo aver completato le fasi precedenti all’operazione chirurgica: visite specialistiche e pre-ricovero. 

In base ai singoli casi, l’impianto di una protesi totale di ginocchio può richiedere tra i 50 minuti (protesi monocompartimentali) e i 90 minuti (protesi totale). 

L’incisione avviene nella zona anteriore del ginocchio ed è lunga circa 15 centimetri, per consentire l’accesso degli strumenti operatori. 

Per l’intervento vengono utilizzate le tecnologie più innovative di chirurgia computer assistita e nuove tecniche chirurgiche che consentono di eseguire, qualora sia necessario, interventi chirurgici di protesizzazione in casi complessi con deformità extra-articolari e con tecnica mini-invasiva.

In base alle valutazioni effettuate durante la pianificazione pre-operatoria, si può procedere con l’impianto di 2 diverse tipologie di protesi:

  • protesi monocompartimentale di ginocchio, meno invasiva, in cui solo una componente dell’articolazione viene sostituita. In questo tipo di intervento vengono sostituite con parti metalliche le superfici di cartilagine del ginocchio danneggiate oltre ad una piccola porzione di osso sottostante alle estremità del femore e della tibia solo di un compartimento del ginocchio (mediale o laterale). Questa protesi permette la conservazione di entrambi i legamenti crociati, è quindi meno invasiva di quella totale, consente un recupero più veloce ma è indicata solo nei casi in cui l’artrosi non coinvolga gli altri compartimenti del ginocchio (compartimento contro-laterale e/o femoro rotuleo). 
  • protesi totale di ginocchio, in cui 2 (bicompartimentale) o 3 (tricompartimentale) componenti del ginocchio vengono sostituite. In questo tipo di intervento si asportano i residui di cartilagine danneggiati, esponendo l’osso sub-condrale in modo da avere una base di appoggio uniforme per la protesi. Si procede, poi, all’impianto di due componenti metalliche articolari, una per il femore e l’altra per la tibia, che costituiranno la nuova articolazione. Le parti metalliche solitamente vengono cementate all’osso con uno speciale cemento, mentre un inserto fisso o mobile in polietilene (una plastica ad alto peso molecolare) viene inserito tra le componenti metalliche per creare una superficie di scorrimento liscia. La superficie inferiore della rotula viene tagliata e sostituita con un bottone di plastica che viene anch’esso cementato. La protesizzazione della rotula viene valutato a seconda delle condizioni di quest’osso e della sintomatologia del paziente.

Riabilitazione post-operatoria

La durata della degenza post-operatoria è di circa quattro/sette giorni, durante i quali avviene il monitoraggio post-operatorio e si avvia la prima fase della riabilitazione. Come precedentemente sottolineato, il recupero completo è ottenuto anche e soprattutto grazie all’impegno con il quale il paziente seguirà le indicazioni post-operatorie relative alla riabilitazione.

Già nella fase immediatamente post-operatoria, il paziente potrà camminare e muoversi in autonomia con il supporto delle stampelle; dovrà comunque attendere tre o quattro settimane per ricominciare a guidare e camminare senza supporti.

Il recupero può essere valutato soddisfacente dopo 6/8 settimane dall’intervento, quando il paziente sarà in grado di svolgere gradualmente le sue attività quotidiane e una pratica sportiva leggera senza problemi.
Il recupero completo, invece, varia in base all’età e alle condizioni di salute generali del paziente, ma normalmente viene raggiunto dopo 3/4 mesi dall’intervento.

È bene specificare che in ogni caso è difficile recuperare il 100% della funzionalità dell’articolazione e che la protesi non consente comunque di praticare in sicurezza sport ad elevato impatto sulle ginocchia come pallacanestro, rugby, calcio o karate.

Detto ciò, un’attività sportiva a basso impatto è fortemente consigliata, previa indicazione dello specialista: mantenere una muscolatura tonica e sana fornisce un valido supporto alla nuova articolazione, mentre uno stile di vita sedentario può compromettere il recupero post-operatorio e inficiare il risultato anche di un ottimo intervento chirurgico.